11/03/09

la radio (quando la televisione non c'era)

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Nel lontano 1954 a casa mia arrivò la radio, era una delle poche radio che esistevano nel villaggio, la marca era Minerva il design in perfetto stile anni 50, munita di quattro grosse manopole per la regolazione e, al centro del quadrante; "L'occhio magico", nome affascinante che prometteva visioni di mondi sconosciuti, invece era solo una valvola che permetteva di sintonizzare meglio la stazione trasmittente attraverso una finestrella a forma di occhio con la pupilla che si dilatava o si restringeva quando si centrava la stazione.
L' ingombrante apparecchio era, di solito, posto su una mensola
e per ripararlo dalla polvere, coperto da una fodera del tessuto usato per fare le tende, la copertura veniva tolta solo quando la radio veniva accesa.

La ricezione si diffondeva con le onde medie, durante la giornata si captavano solo i tre programmi della RAI: il programma nazionale che era il più importante, poi il secondo programma un po' più leggero, infine il terzo che non si ascoltava mai perché troppo culturale, poi popolarissima Radio Capodistria che nel primo pomeriggio trasmetteva le canzonette più in voga, addirittura dedicate ad amiche, parenti o fidanzati, ma si sussurrava che Radio Capodistria fosse da ascoltare a basso volume, perché in quanto radio comunista, ne era proibita l'audizione e se passavano i carabinieri, potevano esserci dei guai.

Col calar della notte aumentavano enormemente le stazioni che si potevano captare, principalmente Radio Praga che trasmetteva notiziari in lingua italiana, ma proibitissimi perché comunisti e la Radio vaticana che iniziava le trasmissioni sulle note del "Cristus vincit" e del saluto"Laudetur Jesus Christus".

Il momento magico della radio si aveva alla fine di gennaio con il "Festival di Sanremo" che era il momento epocale della canzonetta all'italiana e forniva argomento di conversazione per giorni e giorni alle donne del paese, poi se le canzoni trattavano di argomenti come:" La postina della Valgardena", " Vecchio scarpone", " Campanaro" o "La bella del Cadore", allora era il massimo, perché al centro di argomenti conosciuti da tutti.

Inutile dire che i motivetti venivano subito imparati e cantati come :" Son tutte belle le mamme del mondo" oppure "Vola colomba".

Di nascosto, perché mio padre non mi permetteva di toccare la radio, mi dilettavo ad ascoltare le trasmissioni ad onde corte allora il fascino di sentire "Romaradio radiotelefono marittimo" e si ascoltavano le comunicazioni fra i marinai in navigazione sui mari del mondo ed i familiari in Italia, anche se si udiva un solo interlocutore, però la fantasia, ascoltando queste voci lontane, permetteva di navigare con i marinai attraverso oceani sconosciuti.

In occasione delle festività natalizie, verso le sette di mattina, la RAI trasmetteva i saluti degli emigranti alle famiglie, allora la gioia di sentire alla radio una voce conosciuta di qualche parente che parlava dalle miniere di carbone del Belgio e la commozione della moglie dell'emigrante a udire dal vivo la voce del marito e poi girando per il paese, tutti che si complimentavano con lei per il grande onore ricevuto.

Il momento giornaliero di massimo ascolto era la sera alle 19,30 col notiziario Radiosera, che portava in casa le notizie dal mondo, frequentemente tragiche come la crisi di Suez, la rivolta in Ungheria o il naufragio dell'Andrea Doria, per non parlare della tragedia di Marcinelle nella quale morirono a mille metri di profondità in una miniera di carbone in Belgio 262 minatori dei quali 136 italiani.



Si ascoltavano dai giornalisti dei termini strani dei quali non si capiva il significato come: "caso Montesi", " il gabinetto del ministro", oppure il "forenofis" e mi ci vollero molti anni per scoprire che il "forenofis" era il " Foreign office".

Altro momento significativo, quando durante le solennità religiose il papa Pio XII impartiva la benedizione Urbi et orbi, e




se capivo chi erano gli orbi, il dubbio rimaneva per gli urbi e alla richiesta di chiarimenti, nessuno era in grado di darmi una spiegazione convincente, risolsi il dubbio a modo mio ritenendo chi gli urbi fossero i sordi, però mi pareva molto riduttivo il fatto che la solenne benedizione fosse dedicata solo ai sordi ed agli orbi e perché no al resto dei fedeli che erano la stragrande maggioranza?

Nell'occasione della benedizione papale, mia madre andava a radunare le vecchie devote che per l'occasione si inginocchiavano in cucina e ricordo che inginocchiandosi mostravano fino a mezza coscia le gosse calze di lana grezza lavorate ai ferri e con anelli di elastico per sostenerle alla coscia.

Quando il papa pronunciava il " benedicat vos" con la sua voce squillante, le vecchie si facevano il segno di croce più ampio possibile, perché quella era la benedizione del papa e valeva molto di più di quella del parroco.

Un giorno un prete mi regalò un piccolo opuscolo con dei disegni colorati e per la prima volta venni a conoscenza dell'esistenza in America della televisione.

Il disegno raffigurava un ragazzo davanti ad una radio anni 50 con uno specchio accanto, evidentemente il disegnatore non aveva mai visto un televisore, ma tanto bastò perché per molti pomeriggi, quando ero solo in casa, provassi a mettere lo specchio del bagno accanto alla radio per cercare di costruire una TV.

Una nuova epoca stava iniziando ed il mondo non sarebbe più stato lo stesso con l'era della televisione.


17 commenti:

➔ Sill Scaroni ha detto...

Che bello è tenere la memoria per ricordare.
Ciao, Sileno.
Un abbraccio.
Sill

ANTONELLA ha detto...

Ho visto una cartolina degli anni 80. Mi sembrava un altro mondo: altri vestiti, macchine obsolete. Case colorate in modo strano. La via scorre velocissima. e voltarsi è angosciante.
una abbraccio

Angela ha detto...

Birbante che guardavi le coscie delle beghine!!! I sordi sono rimasti sordi e gli orbi oggi vedono pure peggio...che post, non smetto di ridere e volerti bene!

Anonimo ha detto...

Ciao Er...questa storia della radio, degli orbi et urbi e dello specchio per far televisione è semplicemente straordinaria...Ora me la ricopio!

Tracce Indelebili ha detto...

Ciao Sileno,
mentre ti scrivo sorrido ancora, bello davvero questo post.
Poi diciamolo francamente, la radio ancora oggi ha un fascino suo tutto particolare, che tra l'altro la televisione non ha.
Un abbraccio

JANAS ha detto...

ma bellissimo questo salto nel passato, con in tuoi occhi da bambino...mi ha fatto sorridere la storia degli urbi ....ahahah! troppo tenera..ed è vero, quando siamo bambini e non riusciamo a trovare spiegazioni...la nostra fantasia viaggia alla grande..e le spiegazioni che trovano i bambini sono decisamente migliori di quelle vere!! almeno strappano un sorriso!!
molto tenero questo scritto...bravo! :))

marol om salvarech ha detto...

ciao
Come sempre riesci a farmi rievocare quadretti di gioventù
quando da soli o in compagnia sentivamo radio Praga e radio Capodistria.
Quando per captare altri canali ci mettevamo vicini al cavo del parafulmine del campanile che ci faceva da antenna.
Ma forse questo succedeva qualche anno più tardi con le prime radioline.
Quanto poi alla benedizione papale eravamo tutti su quella linea (orbi e sordi) erano la convinzione comune.
Davvero con poco ci si divertiva e si cominciava a scoprire il mondo,
quanti ricordi......

Anonimo ha detto...

Davvero molto bello questo post. E' straordinario il modo che hai di raccontare i tuoi ricordi. Mi fai rivivere i miei ricordi con la stessa emozione, la stessa ingenua curiosità .... che tenerezza!
Grazie Sileno
Un abbraccio
Mimmo

Lara ha detto...

Bello questo spaccato di storia, Sileno.
La radio, il caso Montesi (sono andata a cercare su Wukipedia, perché il nome non mi sembrava nuovo)
Anche allora i politici non scherzavano ...
Radio Capodistria, Radio Praga ...
Molto significativo e interessante il tuo post, caro Sileno.
Grazie!

Artemisia ha detto...

Che bel racconto, Sileno! Tenero e divertente. In molti avevano pensato che con la televisione la radio sarebbe sparita del tutto ed invece non e' stato cosi'. Io sono una fautrice della radio anche se, al solito, non l'ascolto quasi mai in diretta ma tramite podcast.
Un caro saluto.

Anonimo ha detto...

uno splendido spaccato di quei tempi!
Posso mettere quel cagnolino lassù
nel mio dog-slide?
Ciao e grazie
Cristiana

Sileno ha detto...

@ Sill, ricambio l'abbraccio.
@ Antonella, " la via scorre velocissima", ma l'importante "vivere" ciao.
@ Angela ; maliziosa ;-)))
@ Chiara, a quei tempi eravamo ingenui, poi lo siamo rimasti, altrimenti avremmo cambiato qualcosa. Un bacione.
@ Ciao Pimpi, la radio è meno urlata della televisione.
@ Janas, è l'ingenuità e la sincerità dei bambini che permette di dire: "il re è nudo", ma ormai le primavere sono troppe, ahime!
@ Marol, quante sere abbiamo passato assieme per cercare di capire il mondo, ma poi siamo stati travolti.
@ Mimmo grazie, lieto di averti evocato dei ricordi.
@ Lara, il tuo desiderio di documentarti per qualcosa che ho scritto, è la miglior gratificazione che potevo ricevere.
@ Cristiana, sei veramente "Speziale", certo che puoi mettere Brick nel tuo dog-slide, è per me il miglior modo per ricordarlo.
Grazie

Sileno ha detto...

Ho bypassato la grande Artemisia, e le chiedo scusa; come già commentato per Pimpinella, la radio resta più a misura umana, è meno urlata, meno invasiva e ti consente di riflettere, probabilmente quando si accorgeranno do questo, troveranno il modo di urlare di più e intontire gli ascoltatori.
Un abbraccio e ....si è sentita la tua mancanza in Sabina.
Ciao
Sileno

Alessandra ha detto...

O cavoli Sileno! mio padre aveva una vera passione per la radio ... a mezzogiorno si pranzava con il "gazzettino padano" credo un radiogiornale regionale e a cena tutti in silenzio per "Ascolta si fa sera" ...credo fossero riflessioni religiose di un sacerdote.

La radiolina ogni tanto cominciava a gracchiare, noi ragazzi ci si metteva a parlare ... e mio padre bello-nervoso, diverse volte, prendeva la radio e la lanciava fuori dalla finestra!
Ancora adesso ridiamo al ricordo!!!

un abbraccio forte
Ale

Anonimo ha detto...

Ciao caro amico, leggerti è sempre un piacere, ed un dolce ritornare al passato tanto dimenticato. E' un male dimenticare...Bacio giò
P.S scusa la latitanza, ma i pensieri, il cervello è sempre in moto ma non gira nel verso giusto..

Anonimo ha detto...

Caro Sileno,
i tuoi ricordi fanno rimbalzare i miei.. ed eccomi in pieno pomeriggio con mia mamma ad ascoltare gli sceneggiati radiofonici guardando fissa l'oblò illuminato all'interno di quella scatola di radica..
Un abbraccio
Stefi

Anonimo ha detto...

Leggo i tuoi post che raccontano l'Italia che fu e mi sembra di dare la carica ad un delicato carillon.
un abbraccio