06/09/10

Sakineh libera


Sull'assenza che non desidera
Sulla nuda solitudine

Sui sentieri della morte
Io scrivo il tuo nome

Sul rinnovato vigore
Sullo scomparso pericolo
Sulla speranza senza ricordo
Io scrivo il tuo nome

E per la forza di una parola
Io ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per nominarti
Libertà.

Paul Eluard

08/07/10


Sui pascoli del Monte Grappa:  scena bucolica.



Un elicottero ronza fra le valli
Splendida fioritura di gigli martagoni


e di gigli di san Giovanni

e a sud-ovest verso il Col Moschin


cessate di uccidere i morti...


fra i caduti anche Peter Pan


dall' osservatorio verso il sacello del Grappa

A poca distanza dall'ossario che custodisce i Caduti della Grande Guerra il monumento al Partigiano a ricordo dei Partigiani caduti sul Grappa nel settembre 1944; nella galleria che si intravede a sinistra a lato della spaccatura nella roccia una lapide: A ricordo dei sette partigiani bruciati vivi in questa galleria dai lanciafiamme degli oppressori nazisti.
Accanto al monumento un'altra lapide ricorda la lettera di Marco Citton di anni 19, fucilato il 29 agosto 1944:
... la mia sorte sembra ormai decisa, le ore che forse ancora mi rimangono sono poche.
Esortate tutti i miei compagni affinché mai abbandonino la giusta via...

Ritornando alla Grande Guerra: una lapide sulla vetta del monte Pertica ricorda i 37 ufficiali e  gli 851 soldati italiani  caduti e gli oltre 2.500 feriti dal 24 al 29 ottobre 1918 per la conquista della cima. Ignoto il numero dei morti austro-ungarici.
Dalla cima del Pertica, si vede la salita priva di qualsiasi riparo lungo la quale salirono i militari italiani per conquistare la cima, dopo 92 anni si vedono ancora gli sconvolgimenti provocati dagli intensi bombardamenti dove migliaia di giovani di ambo le parti immolarono la loro vita fra terrore e patimenti indicibili, ma per i re e i loro generali le vite di tanta gioventù non avevano nessun  valore.

Alla fine la vita ritorna in una delicata maternità

e la vita vince!

25/01/10

giorno della memoria



Quando i nazisti vennero per i comunisti,
io rimasi in silenzio: Non ero comunista.

Quando rinchiusero i socialdemocratici,
restai in silenzio: Non ero socialdemocratico.

Quando vennero per i sindacalisti,
io non feci udire la mia voce: Non ero sindacalista. 

Quando vennero per gli ebrei,
rimasi in silenzio: Non ero un ebreo.

Quando vennero per me,
non era rimasto più nessuno
che potesse far sentire la mia voce. 


(versi attribuiti a Bertold Brecht, ma tratti probabilmente da un discorso di Martin Niemoeller al termine della seconda guerra mondiale. Martin Niemoellerer un pastore protestante tedesco oppositore del nazismo, internato in vari campi di concentramento fra i quali Dachau) 

23/01/10

Guido Rossa 24 gennaio

Ad un anno di distanza dal precedente post, pubblico nuovamente un omaggio a quel grande uomo ed eroe che è stato Guido Rossa.




"Ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità.
Io ho fatto il mio dovere e ho riferito quanto ho visto"




Voglio rendere omaggio ad un eroe dei nostri tempi: Guido Rossa.
Caduto sotto il piombo delle Brigate Rosse il 24 gennaio 1979.


Con il suo sacrificio si determinò una rottura fra le Brigate Rosse e la classe operaia all'interno delle fabbriche, dove le Brigate Rosse non trovarono più accoglienza e la storia di quei tristi anni cambiò.



Medaglia d'oro al valor civile

«Sindacalista componente del consiglio di fabbrica di un importante stabilimento industriale, costante nell'impegno a difesa delle istituzioni democratiche e dei più alti ideali di libertà. Pur consapevole dei pericoli cui andava incontro, non esitava a collaborare a fini di giustizia nella lotta contro il terrorismo e cadeva sotto i colpi d'arma da fuoco in un vile e proditorio agguato tesogli da appartenenti ad organizzazioni eversive. Mirabile esempio di spirito civico e di non comune coraggio spinti fino all'estremo sacrificio.
Genova, 24 gennaio 1979.»


Guido Rossa era stato un fortissimo scalatore, ma volle rinunciare all' "andar sui sassi", amareggiato dallo scarso impegno sociale di molti rocciatori; molto toccante questa lettera di addio all'alpinismo che pubblico col consenso della figlia: l' Onorevole Sabina Rossa.







Caro Ottavio
L' indifferenza, il qualunquismo e l'ambizione che dominano nell'ambiente alpinistico in genere, ma soprattutto in quello genovese, sono tra le squallide cose che mi lasciano scendere senza rimpianto la famosa lizza della mia stazione alpina.
Da parecchi anni ormai mi ritrovo sempre più spesso a predicare agli amici, l' assoluta necessità di trovare un valido interesse nell'esistenza, che si contrapponga a quello quasi inutile ( e non nascondiamocelo, forse anche a noi stessi) dell'andar sui sassi.
Che ci liberi dal vizio di quella droga che da troppi anni ci fa sognare e credere semidei o superuomini chiusi nel nostro solidale egoismo, unici abitanti di un pianeta senza problemi sociali, fatto di liscie e sterili pareti sulle quali possiamo misurare il nostro orgoglio virile, il nostro coraggio, per poi raggiungere (meritato) un paradiso di vette pulite, perfette e scintillanti di netta concezione tolemaica, dove per un attimo o per sempre, possiamo dimenticare di essere gli abitati di un mondo colmo di soprusi e di ingiustizie, di un mondo dove un abitante su tre vive in uno stato di fame cronica, due su tre sono sottoalimentati e dove su sessanta milioni di morti all' anno, quaranta muoiono di fame!
Per questo penso, anche noi dobbiamo finalmente scendere giù in mezzo agli uomini a lottare con loro, allargando fra tutti gli uomini la nostra solidarietà che porti al raggiungimento di una maggiore giusizia sociale, che lasci una traccia, un segno, tra gli uomini di tutti i giorni e ci aiuti a rendere valida l' esistenza nostra e dei nostri figli.
Ma probabilmente queste prediche le rivolgo soprattutto a me stesso, perché anche se fin dall' età della ragione l'amore per la giustizia sociale e per i diritti dell' uomo sono stati per me il motivo dominante, fin' ora ho speso pochissime delle mie forze per attuare qualche cosa di buono in questo senso (......).
L'Italia con i suoi gravi contrasti presenta una situazione politica particolare (......), io penso che il compito nostro non sia quello di elaborare modelli della società (.....).
Da poco mi hanno eletto con regolari votazioni delegato di reparto. Inizia qui e probabilmente finisce la mia carriera di sindacalista.
Avrei voluto rimanerne fuori, ma mi hanno messo alle strette, dico che parlarne solo non basta! E fin dal primo giorno sono partito all'attacco, tanto per tre o quattro anni non potranno buttarmi fuori....
Genova, 15 febbraio 1970






Io levo gli occhi verso le montagne...

09/01/10

tra pini scuri


...tra pini scuri si srotola il vento...
...passano giorni uguali, inseguendosi l'un l'altro...

(Pablo Neruda)

08/01/10

l'oceano vuole esprimere
la musica delle onde,
ma produce solo schiuma
che di continuo si perde.
(R.Tagore)

06/01/10

il lavoro


Sempre vi è stato detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura. Ma io vi dico che quando lavorate esaudite una parte del sogno più remoto della terra, che vi fu dato in sorte quando il sogno stesso ebbe origine. Vivendo delle vostre fatiche, voi amate in verità la vita. E amare la vita attraverso la fatica è comprenderne il segreto più profondo.
(kalil gibran)