31/12/09

un dono



Quale miglior augurio di BUON ANNO posso donare agli amici, di queste parole di grande un uomo di pace come il Mahatma Ghandi:

un dono
Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore,
e fallo conoscere al mondo.
(Mahatma Ghandi)

TANTI AUGURI A VOI ED ALLE VOSTRE FAMIGLIE E IN PARTICOLARE AD UNA PERSONA CHE MI E' MOLTO CARA E CHE STA PASSANDO UN MOMENTO MOLTO DIFFICILE.

27/12/09

omaggio a Collevecchio


sul monte spoglio un calvario, acqua chiara e ulivi centenari...
(F. Garcia Lorca)


e il puro e caldo azzurro
si rovescia sulla campagna che riposa
(F. Tjutcev)



...sono destinati a conoscersi
tutti coloro che cammineranno
per strade simili.

(R. Tagore)


La luce non lascia
le sue impronte in cielo;
sa camminare, e per questo
è eterna.

R.Tagore)

23/12/09

solstizi

...in terra trascorrono grigie ombre...
(H.Hesse)



...il cielo è basso, le nuvole a mezz'aria
un fiocco di neve vagabondo...

(E. Dickinson)
L'estate è la più chiara e la più ardente...
(N.Aseev)



...rampicanti in fiore giocano col vento...
(Wei Li Bo)


A tutti gli amici
AUGURO
BUONE FESTE
e... dopo il solstizio d'inverno
arriverà una luminosa estate

19/12/09

seggiolai

Ricordando le mie origini, dedico questo post alle generazioni di umili seggiolai che nei secoli, sono partiti dalla mia vallata per offrire la loro opera in remote contrade italiane e francesi.


Scriveva Giovanni Gravenbroch alla fine del millecinquecento:


il seggiolaio da un disegno di Giovanni Gravenbroch

"...noi intendiamo di estendere il fervore industrioso del povero popolo che circonda la terra d'Agort nel territorio bellunese, stante che alcuni di quei villici, massime nell'inverno, obbligati dalla fame, abbandonano il proprio nido...


due seggiolai alla fine degli anni 40 con l'attrezzatura e il carico di paglia


...tali sono gli Conza Careghe, gente senz'arte e senza altra attività che di costruire sedie d'ogni sorte,



già verso gli otto anni i bambini venivano affidati ad un seggiolaio e mandati in giro per l'Italia e la Francia per imparare un lavoro e contribuire al mantenimento della famiglia


seggiolai al lavoro


di legno di salce e trecce di paglia, tradotta da dolci paludi...
... vivendo con parsimonia, onde conservare il denaro in maniera che non si alimentano di altro che polenta,




cibo in vero assai gradito ne' nativi alpestri paesi."






le sedie di questo famoso quadro di van Gogh sono sicuramente costruite da seggiolai agordini

16/12/09

il ginepro


Juniperus, appartiene al genere delle cupressaceae, è arbusto sempreverde alto fino ad un paio di metri, (ma in California il juniperus occidentalis ,( che cresce negli USA), esiste una pianta vecchia forse di tremila anni, alta 26 metri e con un diametro di 3,88m.); le foglie aghiformi sono molto pungenti le bacche mature di colore viola scuro con riflessi argentei lucido, giungono a maturazione l'anno dopo l'impollinazione.
Il ginepro è un arbusto comune nei luoghi aridi e cresce fino ad un'altezza di 2.500 m/slm, in climi temperati e soleggiati o in mezz'ombra in suoli sabbiosi o carsici.
Le bacche, ricche di resine, sono chiamate "galbuli"




in botanica e sono utilizzate in cucina come spezie per i piatti di selvaggina, sono usate pure per aromatizzare le grappe al ginepro e per la produzione del gin.

Nella medicina popolare si usano per curare i disturbi digestivi, nelle malattie respiratorie, reumatiche e delle vie urinarie; controindicazioni all'uso si hanno in gravidanza e per affezioni renali infiammatorie.




Il suo legno bruciato veniva usato per profumare delicatamente i salumi e i formaggi affumicati, con il legno di ginepro in qualche paese delle Alpi si costruivano i mestoli usati per rimestare la polenta, poiché oltre ad un leggero profumo che rilasciava, era inattaccabile dalle muffe.
Si riteneva inoltre che tenesse lontani i serpenti e nella tradizione cristiana questa qualità veniva interpretata come purificazione dai peccati.
Nel Medioevo era considerato come la panacea di tutti i mali, famoso come rimedio contro le possessioni maligne e addirittura come cura della peste bubbonica.
Molte le leggende popolari sui poteri magici del ginepro: in Toscana appendevano rametti di ginepro per tenere lontane le streghe, si diceva che le streghe si fermavano a contare le foglie aghiformi, ma poi perdevano il conto e andavano in confusione e si allontanavano dall'abitazione con stizza,
( aggiungo con una nota mia che magari si allontanavano dalla Toscana per rifugiarsi in Lombardia dove finivano nelle braccia del santo cardinale Carlo Borromeo che provvedeva poi ad arrostirle sul rogo).
Secondo una credenza popolare tedesca, se veniva invocata la fata del ginepro, questa poteva costringere i ladri a restituire il maltolto, ma per fare questo bisognava curvare fino a terra un ramo di ginepro, fermarlo con una pietra e urlare il nome del ladro che non poteva opporsi a quel richiamo e doveva presentarsi col maltolto.


Secondo un'altra leggenda medioevale, durante la fuga in Egitto, la sacra famiglia era inseguita dai soldati di Erode e solo una pianta di ginepro aveva aperto le sue fronde per occultare i fuggiaschi agli sgherri ormai sopravvenuti che dovettero rinunciare alla ricerca perché punti aspramente dagli aghi di ginepro, poi per riconoscenza la madonna benedisse la pianta profetizzando che con il suo legno si sarebbe costruita la croce.

Sicuramente questa essenza è considerata un'essenza benefica, allora: grazie ginepro per quanto ci sai donare.

13/12/09

era d'estate


dal passo Giau



a sinistra il rifugio Locatelli,








caprette










Dopo un lungo periodo piovoso ed uggioso, regalo agli amici qualche immagine della montagna, in attesa della prossima estate

08/12/09

da Collevecchio a Bracciano amicizia e calore


Lo splendore dell'amicizia
non è la mano tesa
né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia


il calore di Collevecchio

è l'ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi.
(Ralph Waldo Emerson)


e l'incanto di Bracciano

...nella solitudine, nella malattia, nella confusione,
la semplice conoscenza dell'amicizia
rende possibile resistere,
anche se l'amico
non ha il potere di aiutarci.
E' sufficiente che esista....
(Pam Brown)

04/12/09

belladonna


A distanza di un paio di mesi dall'intenzione e la realizzazione di questo post, scrivo una scheda botanica su una pianta particolare e molto velenosa, si tratta dell' ATROPA o Belladonna, è un arbusto alto circa un metro e mezzo della famiglia delle solanacce, la stessa a cui appartengono i pomodori e le patate.
L'Atropa-belladonna è un arbusto che cresce in zone montane fino a circa 1.400 metri di altezza in terreni calcarei, le foglie di forma ovale-lanceolata sono ricoperte di peli e di odore sgradevole, i fiori a calice





con cinque sepali e una corolla di cinque petali a forma di calice di colore violaceo, fiorisce in estate, poi i fiori si trasformano in bacche nere e lucide.



Viene usata in medicina come dilatatore delle pupille e come miorilassante prima di interventi chirurgici.
Atropa nella mitologia greca era una delle tre Moire, (le Parche nella mitologia romana), era colei che tagliava il filo della vita, hanno chiamato la pianta con questo nome a causa del veleno in alte dosi contenuto nella pianta dalle radici alle bacche.
Tale sostanza velenosa è l'atropina presente anche nelle piante di Mandragora, Stramonio e Giusquiamo, conosciuta fin dai tempi di Ippocrate 400 A.C
.
Nel medioevo il succo di belladonna veniva usato dalle dame per ottenere lo " sguardo sognante", lo sguardo sognante era dovuto alla dilatazione della pupilla e alla paralisi dell'accomodazione in seguito all'azione dell'atropina.
Nel 1960 un antropologo tedesco Erich Peuckert, seguendo le istruzioni di un antico libro di stregoneria, prepara un unguento conosciuto come "il sussurro delle streghe" attenendosi scrupolosamente alla ricetta.
Tale unguento veniva usato dalle streghe in occasione dei sabba per i poteri afrodisiaci, allucinatori ed eccitanti.



Dopo aver aver usato l'unguento su se stesso, Peuckert sprofonda in catalessi per oltre 20 ore, durante le quali orribili visioni di esseri diabolici , mostri, e paesaggi infernali lo tormentano atrocemente.
La differenza di quantità di atropina necessaria fra le allucinazioni e la morte è molto tenue, motivo per cui è ASSOLUTAMENTE DA EVITARE in qualsiasi circostanza.

30/11/09

il castello


il castello di Predjama,
l'ultima finestra a sinistra:
è il sito di meditazione di Erasmo Lueger
colpito dal lancio di proietto di catapulta,
la ricostruzione di una catapulta in basso al centro della foto.





Dopo la visita delle grotte di san Canziano e pranzato in un ristorante della zona, ( i prezzi dei ristoranti in Slovenia sono modici), abbiamo proseguito per visitare il castello di Predjama o Castel Lueghi, (Grad Preddjama in sloveno).
Spettacolare il colpo d'occhio sul castello che appare dopo una curva sulla strada a nove km da Postumia.
Il castello si materializza infossato in una grotta gigantesca,





a ridosso di una parete a picco di 123 metri, unico esemplare di castello in una grotta in tutto il mondo
. Le origini del castello risalgono al XIII secolo, si tratta di un edificio su più piani di epoche diverse, il castello è famoso per essere appartenuto a Erasmo di Luegh, un signorotto locale dedito al brigantaggio, reso nobile nel 1478 dal Granduca Federico III d'Ausburgo per i servizi resi da Erasmo . In seguito,durante un conflitto fra gli Ausburgo ed il re d'Ungheria, Erasmo parteggiò per gli ungheresi . I rapporti con Federico III si ruppero per avere il cavaliere Erasmo Lueger assassinato un maresciallo della corte degli Ausburgo, dopo il misfatto Erasmo si trincerò
il ponte levatoio


nel suo covo e cominciò a depredare le carovane dei commercianti facendo così infuriare l'imperatore austriaco; le truppe austriache assediarono la rocca durante l'inverno e la primavera del 1484, ma venivano sbeffeggiati dagli assediati, quando dopo lunghi mesi d'assedio, dal castello, che ormai doveva essere allo stremo, cominciarono, invece, a piovere sugli assedianti quarti di bue arrosto, ortaggi di vario genere e perfino ceste di ciliegie fresche.
Nelle viscere della montagna, alle spalle della rocca, uno sviluppo di grotte carsiche collegate al fiume Vipacco, permetteva agli uomini di Erasmo di uscire di nascosto e fare rifornimento di viveri nelle campagne circostanti. Tutto terminò con il tradimento di un servitore di Erasmo; il cavaliere era uso a svolgere le sue funzioni corporali alla sera e mentre era assiso sul trono concentrato nel momento del bisogno, il traditore segnalò la presenza di Erasmo nel gabinetto,




la porta in fondo è la saletta del trono dove Erasmo perse la vita
a destra della porta palle di pietra per catapulta


palle di pietra per catapulta




una palla di pietra lanciata da una catapulta colpì Erasmo alla testa uccidendolo all'istante.
Il cavaliere-brigante, venne sepolto nelle vicinanze del castello, in prossimità di una chiesetta tardo-gotica del XV* secolo, secondo la leggenda, la sua amata fece piantare sul sepolcro un tiglio che ancora oggi, gigantesco, protegge le spoglie di Erasmo. Indimenticabile la visita del castello e delle grotte, nel castello è visibile una pietà del 1420,




interessanti le varie sale che mostrano come si viveva in un castello nel medioevo,

la sala da pranzo



il cappellano


letto






notturno

una visita singolare di un sito straordinario, unico nel mondo



24/11/09

grotte di san Canziano-Skocjanske Jame


dal Belvedere: la dolina di Skocian in una foto estiva di tre anni fa


Vorrei suggerire per una gita, due posti molto suggestivi a pochi km di distanza uno dall'altro.
Si trovano sul Carso, in Slovenia.
Si tratta delle grotte di san Canziano e del castello di Predjama.
Le grotte di san Canziano ( nel 1986 tutelate dall' Unesco come patrimonio mondiale dell'umanità e dal 1999 nell'elenco della Convenzione di Ramsar come area umida sotterranea più vasta del mondo).

dal Belvedere: il fondo della dolina dove il fiume Reka si inabissa

Le grotte sono percorse dal fiume Reka, uno dei fiumi più misteriosi del mondo; il Reka nasce nel gruppo del monte Nevoso e dopo un percorso di 55 km. si inabissa nelle grotte di san Canziano (Skocianske Jame in sloveno), dove dopo un tratto di 2500 metri e 25 cascate scompare nelle viscere della terra e dopo una quarantina di km di percorso sotterraneo sconosciuto, riemerge come fiume Timavo formando tre sorgenti nei pressi di san Giovanni a Duino, a pochi km da Trieste, sfociando poi, dopo un paio di km, nel golfo di Trieste, guadagnando così la palma di fiume più corto d'Italia.
La visita ( con guida) di un paio di km dura circa un'ora e mezzo, nelle grotte la temperatura è costante di 12°, a causa dell'umidità e delle infiltrazioni d'acqua è consigliabile visitarle con delle robuste calzature ai piedi e giacca a vento.
Nella prima parte si visitano le "grotte del silenzio",

nelle grotte

ricchissime di stalattiti e di stalagmiti dalle forme meravigliose e di molteplici colori,


spettacolari concrezioni multicolori


fra le quali una stalagmite denominata il Gigante alta 15 metri che si calcola siano stai neccessari 250.000 anni di accumulo di concrezioni calcaree per la sua formazione.


stalagmiti



Nella seconda parte si entra



nella grandiosa e indimenticabile " Grotta del rumore",




dalle grotte del silenzio, si entra nelle grotte del rumore

così chiamata causa il frastuono causato nel profondo dell'abisso dal fiume Rieka.
Tale grotta alta 100 metri e larga 60 è attraversata a 45 metri d'altezza da un ardito ponte.




a 45 metri di altezza un ardito ponte

Dopo questa grotta il Reka sprofonda nel mistero.




il fiume Reka sprofonda nel mistero, le luci verdi sono le luci del camminamento
(foto tratta dal sito ufficiale)




Proseguendo verso l'uscita attraverso altre meraviglie, infine si arriva nell'ultima grotta dove finalmente arriva la luce del giorno, questa vastissima grotta dalle pareti alte 160 metri con un diametro di 300 dà verso l'uscita , un sentiero, all'aperto, con vista spettacolare sul fiume porta ad un ascensore per la risalita verso il centro visitatori.
Dal centro visitatori seguendo un suggestivo sentiero in un bosco dopo un paio di centinaia di metri si arriva al Belvedere, con straordinaria vista della dolina e del villaggio dalla parte opposta.

dal Belvedere brume a san Canziano


PS: Uno dei prossimi post sarà dedicato al misterioso castello di Predjama