31/08/09

maestria


Grazie alla maestria dei giardinieri, a Belluno è possibile ammirare questi piccoli capolavori.

La terra con il cibo
lega la pianta,
il cielo con la luce
la rende libera.
(R.Tagore)

23/08/09

al pascolo nelle radure


Come già descritto in un precedente post, durante l'estate era consuetudine portare al pascolo le mucche e questo compito era affidato ai ragazzi.
Si partiva verso le otto dal paese per raggiungere le "casere" nel bosco.
Tutti i ragazzi portavano a tracolla una borsa di stoffa che conteneva un paio di panini per il pranzo di mezzogiorno e si raggiungevano le stalle


dove le mucche erano già state abbeverate e munte di prima mattina e prima di incontrarci tutti nella radura che era il punto di concentramento,si provvedeva a spalmare del grasso rancido sulle mammelle delle mucche, altrimenti sarebbero state per tutta la giornata assediate da una nuvola di tafani che sulla pelle delicata avrebbero punto per succhiare il sangue con grosso tormento per le povere bestie, invece il grasso rancido funzionava da repellente contro i tafani.
La mia famiglia non aveva la mucca, così mi aggregavo agli altri ragazzi per passare tutte le belle giornate dell'estate a giocare nei boschi in assoluta libertà e, inoltre io ero fortunato, perché non avevo la responsabilità del capitale costituito da una mucca.
Si radunava la mandria su un pianoro e poi i più grandicelli decidevano quale era la meta per la giornata e pian pianino ci si avviava in quella direzione al passo lento delle vacche accompagnati dal suono dei campanacci che distinguevano le varie mucche.
Quando si raggiungeva la meta, cominciavano i giochi e non c'era limite alla fantasia.
In una prateria, avevamo deviato l'acqua di un ruscello, poi con le mani e i bastoni per parecchi giorni, abbiamo scavato il terreno in quel punto non sassoso e di terra soffice; lo scavo era diventato profondo almeno una settantina di centimetri e con un diametro di tre, quattro metri ed era diventato "il lago di Versegala" dal nome della località.
Ci sono ritornato l'estate scorsa, dopo oltre mezzo secolo e ancora si vedevano i contorni della nostra pozzanghera scavata un' estate di tanti anni fa e ancora sentivo le voci dei ragazzi di allora e ricordavo i bisticci e piccoli episodi di allora ancora vividi, diverse di quelle voci, ormai sono silenziose per sempre.
In un' altra località si giocava alla guerra fra degli enormi massi misteriosi, lasciati dai ghiacciai di qualche millennio fa.
Ricordo che la parte più umida di quei massi era ricoperta di delicato muschio e fra il muschio correva la radice di una felce che aveva un delicato sapore di liquerizia.
Tutti i ragazzi erano muniti di temperino e uno dei passatempi più in voga, consisteva nell'intagliare dei bastoni di nocciolo.
Si praticavano due tagli paralleli a tre millimetri circa di distanza e della profondità della scorza, questi intagli, potevano essere dei circoli da cui alternativamente si prelevava la scorza, oppure delle serpentine, o delle striscie verticali, ( molto più difficili da realizzare), o dei quadratini come una scacchiera.
Poi questi bastoni venivano lasciati nel caldo umido delle stalle, la scorza rimasta si seccava ed assumeva un bel colore bruno, qualcuno particolarmente abile, riusciva anche ad intagliare delle teste alla sommità del bastone, creando dei piccoli capolavori.
Ogni tanto bisognava controllare che le vacche non si fossero allontanate troppo





e rimanessero vicine, per localizzarle si conosceva il suono dei vari campanacci, poi si conoscevano anche le caratteristiche di ogni animale, ricordo che c'era una mucca (la Galéda si chiamava) la quale non tollerava qualcuno che le passasse davanti e se qualche imprudente lo faceva la vacca lo caricava a testa bassa, allora bisognava darsi alla fuga e riparare dietro una pianta, a volte lo facevamo per gioco, ma il proprietario non era troppo d'accordo, perché, diceva, che la sera alla mungitura la produzione di latte era più scarsa.
Invece il divertimento vero, quando passava qualche villeggiante che ci guardavamo bene dall' avvisare e la "Galéda" caricava costringendo il malcapitato alla fuga.
Eravamo però abbastanza maturi da intervenire a distrarre la vacca in caso di pericolo.
Poi al seguito c'era anche un montone, ci eravamo accorti che bastava grattarlo in fronte ed il montone abbassava la testa e partiva alla carica sempre dritto, allora il gioco consisteva nel posizionare il montone a una decina di metri da un albero, una grattata e viaaaa... si vinceva quando il montone centrava il tronco dell'albero.
Ho avuto una discussione con un' amica, la quale nel suo blog affermava che bisogna andare avanti sempre dritti e io sostenevo che non sempre è conveniente, memore del montone, credo che anche nella vita, non sempre è opportuno avanti dritto.
Queste righe sono una piccole parte della giovinezza nei boschi, episodi da raccontare sarebbero innumerevoli, dalle scorpacciate di frutti di bosco,ai furiosi temporali che si scatenavano nel pomeriggio, alle sigarette che allora vendevano anche sciolte in una caratteristica bustina, tre Nazionali per dieci lire e fumate di nascosto, poi i fiori, i funghi, gli animali selvatici, i nidi di vespa nel terreno che qualcuno andava sempre a tormentare con un bastone e qualche altro ritornava a casa con un occhio chiuso dal gonfiore, chissà perché le vespe beccavano sempre vicino agli occhi e lo shock anafilattico era sconosciuto, perché difficilmente passava giorno senza una vittima delle vespe, ma nessuno è mai deceduto.
Nel pomeriggio, le mucche si avviavano verso le stalle come se avessero un orologio incorporato, in prossimità delle stalle venivano abbeverate
e poi la mungitura ed il ritorno in paese.

22/08/09

omaggio a Brecht


Avevo un fratello aviatore.
Un giorno la cartolina, e via,
lungo la rotta del sud...
(Bertold Brecht)


>>> Continua>>>

21/08/09

omaggio a Brecht N° 2


Mio fratello è un conquistatore.
Il popolo nostro ha bisogno
di spazio; e prendersi terre su terre,
da noi è un vecchio sogno.
(Bertold Brecht)

>>>Continua>>>

20/08/09

omaggio a Brecht N°3

E lo spazio che s'è conquistato
è sui monti del Guadarrama.
E' di lunghezza un metro e ottanta,
uno e cinquanta di profondità.

(Bertold Brecht)


FINE

14/08/09

ombra


non avere mai paura delle ombre,
significano solamente
che c'è della luce che splende.
(Ruth E. Renkel)

11/08/09

dal fondo della mia prigione


..dal fondo della mia prigione allungo la mano per costruire un mondo solidale.
Un mondo che dica ciò che è essenziale.

Un mondo che porti agli uomini.
Un mondo che esprima l' Uomo.
(Joseph M. Tala poeta del Camerun)

06/08/09

omaggio a Primo Levi



Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
(Primo Levi: Se questo è un uomo)

04/08/09

Bierfest a Villach


Villach è una cittadina della Carinzia di 58.000 abitanti, la città si è sviluppata lungo il fiume Drava a una quindicina di chilometri dai confini italiano e sloveno.
Tra la fine di luglio e la prima settimana di agosto, a Villach si svolge quella che è considerata la più grande festa folkloristica dell'Austria, il culmine della festa è il primo sabato di agosto il giorno del "kirchtag" (mercato annuale), giorno nel quale si snoda una parata folkloristica che impegna circa 4.000 persone in costumi tradizionali, principalmente provenienti dai paesi delle vallate di confine di Austria, Slovenia e Italia, ma anche di altre nazioni.
Alla sfilata si stima assistano 60.000 visitatori.







momento di pausa del complessino



gruppo folkloristico per le piazze della città



anche i bimbi cominciano a sfilare in costume



poi arrivano i reduci




delle battaglie napoleoniche



anche la fanfara dei bersaglieri in congedo



poi la stanchezza è tanta


e si vede...


durante il rientro, sosta per degustare il famoso prosciutto
di san Daniele del Friuli, e...
arrivederci al primo sabato d'agosto del 2010.