28/03/09

Dolomiti la Tofana di Rozes

La Tofana di Rozes è la mia montagna preferita,
alta m.3225 slm, situata nel comune di Cortina d'Ampezzo in provincia di Belluno.
Nella foto la Tofana vista dal monte Nuvolau mentre si preannunciava una forte perturbazione con temporale e poi bufera di neve, in basso a destra le "Cinque Torri", a sinistra della Tofana il "Castelletto"


Nella foto: Le Tofane viste dal rifugio Lagazuoi, a destra la "Tofana di Rozes" o "Tofana de Fora" m. 3.225, al centro la "Tofana Seconda" o "Tofana di Mezzo" che è la più alta con i suoi 3.244 m. , mentre a sinistra si staglia la "Tofana de Inze" alta m. 3.238 slm.
In primo piano sulla destra si vede "Il Castelletto" m.2.656.

La vetta della Tofana di Rozes venne raggiunta la prima volta il
29 agosto 1864 da Santo Siorpaes e Angelo Dimai due valenti guide ampezzane, mentre la Tofana di Mezzo fu la prima ad essere scalata dall'austriaco Paul Grohmann assieme al cortinese Francesco Lacedelli esattamente un anno prima il 29 agosto 1863; il 27 agosto 1865 fu la volta della Tofana de Inze salita da Paul Grohmann e Angelo Dimai.


La Tofana vista da sudest in prossimità di Pocol, al centro si erge Punta Marietta, la forcella che si vede è la forcella Fontananegra.

Le Tofane furono teatro di furiosi combattimenti dal maggio 1915, fino al novembre 1917.
Il 20 luglio 1915 a Forcella Fontananegra il generale Antonio Cantore morì colpito da una pallottola in piena fronte, mentre scrutava le linee nemiche; ma correva voce che fosse stato colpito da una pallottola italiana, causa la sua durezza nei confronti dei soldati, la verità però, non venne mai accertata.


Il berretto portato dal generale Cantore, al centro il foro della pallottola.

Drammatici furono gli avvenimenti sul Castelletto; il Castelletto così chiamato per la forma che ricorda un castello, mentre dagli austriaci era chiamato "Shereckenstein", osssia "Sasso del Terrore", è situato ad ovest della Tofana di Rozes, tenuto saldamente in mano dalle truppe austriache, era una spina nel fianco per gli italiani, perché era praticamente imprendibile, nonostante gli innumerevoli attacchi costati la vita di numerosissimi alpini.
In primo piano il " Castelletto" o " Sasso del Terrore" m. 2.656 slm



Vista l'impossibilità della conquista da parte italiana, si decise di minare il Castelletto, venne scavata nella roccia una galleria lunga 500 metri, ( ancora attualmente percorribile), e dopo circa 5 mesi di scavi, si introdussero 35 tonnellate di gelatina e l'undici luglio 1916 alle 3,30 del mattino, l'esplosione !
Non è certa la presenza di Vittorio Emanuele III sul monte Nuvolau per assistere allo scoppio.


Vittorio Emanuele III e il generale Cadorna sul monte Nuvolau.

Da parte austriaca ci furono circa 150 morti a causa della mina, per due giorni non fu possibile salire sul Castelletto a causa dei gas dell' esplosione, che ancora ristagnavano, poi il 13 luglio gli alpini arrivarono sul cratere.

Il 13 luglio 1916 gli alpini giungono nel cratere della mina.

Per escursionisti molto allenati ed esperti, è possibile arrivare in vetta alla Tofana di Rozes percorrendo la via ferrata "Giovanni Lipella".
Si parte dall' imbocco della galleria della mina a quota 2.530, si percorrono i 500 metri della galleria, (indispensabile torcia elettrica), per uscire nel cratere del Castelletto, indi per cenge e salti di roccia, si giunge in località "Tre Dita" m. 2.680 slm.
Alle Tre Dita è possibile scendere al rifugio " Camillo Giussani"
m. 2.580 slm, oppure proseguire fino in vetta della Tofana a
m. 3.225 slm.

Dedico queste righe a tutti quei giovani di ambedue gli schieramenti, che 95 anni or sono fra sofferenze inenarrabili, immolarono la loro vita, magari senza nemmeno sapere perché.



9 commenti:

Saretta ha detto...

bravo, bellıssımo post, letto con grande gusto. chıssa magarı.... un gıorno..... =) maı dıre maı.
un abbraccıo grande
sara che sı scusa per l assenza =)

Anonimo ha detto...

La Lipella, la prima volta, la feci quando avevo 17 anni. Ero da sola, ma poiché non va bene arrampicare da soli, all'uscita dal Castelletto avevo aspettato un poco fino a che non avevo visto spuntare due ragazzi cechi (senza la i). Non parlavano inglese, ma gli avevo fatto capire capire che volevo salire con loro. Avevano mugugnato qualcosa e io mi ero fiondata dietro di loro. Arrivati in cima, loro avevano mugugnato qualcos'altro ed erano scesi al Giussani, senza nemmeno guardarsi intorno.
E così avevo trascorso almeno un'ora sulla cima. Da sola. ...mi sembra ieri...

➔ Sill Scaroni ha detto...

Che posto fantastico, tanto di neve e di bellezza.
Mi è piaciuto molto per conoscere la storia.
Ciao.
Un abbraccio.
Sill

Antonio ha detto...

Bravissimo vecchio Sileno!!!
Che emozione rivedere attraverso queste splendide foto le "mie" montagne! Quante volte ho girato in lungo e il largo per le Tofane entrando, talora "in pancia", per le mille gallerie di guerra.
Mi complimento con te anche per le sintetiche ma esatte note storiche relative alla Grande Guerra. Colgo l'occasione per rivolgere un commosso pensiero alla memoria di mio nonno che combatté su quelle balze e mi unisco a te nel commemorare tutti i Caduti.
Ti abbraccio.
Antonio

Anonimo ha detto...

guardando queste meravigliose cime e leggendo le tue cronache storiche mi viene da pensare a come in passato le guerre fossero combattute diversamente.. e, soprattutto in montagna, con più difficoltà..
Ma detto ciò il sacrificio di vite umane risulta sempre inaccettabile difronte a qualsiasi tipo di guerra.
Un abbraccio.
Stefi

Paola ha detto...

Interessantissimo!!!
Non conoscevo la storia di queste montagne e delle vite sacrificate... che mi unisco a commemorarle...
Ciao Sileno buon sabato sera un abbraccio e bacio

ANTONELLA ha detto...

Montagne che non ho mai visto. Meravigliose. grazie Sileno a presto

marina ha detto...

che post, mamma mia! intanto sono onorata di aver fatto la conoscenza della tua montagna preferita e poi il racconto che ci fai di quell'episodio lontano è bellissimo. ti ringrazio davvero, marina

azzurra ha detto...

è un gigante magnifico....
bellissime le tue foto
un saluto
azzurra