28/12/08

ancora...

l'armi son strumenti di sfortuna
non strumenti da saggio...

Queste sono le parole di Lao Tsù, filosofo cinese vissuto nel VI° secolo avanti Cristo.
Ventisei secoli sono passati da quelle parole, ma la saggezza non è ancora entrata nel DNA umano.
In molte parti del mondo, i dissensi si risolvono con l'uso delle armi e chi ne paga il pezzo più alto,sono le popolazioni civili, inermi, affamate e straziate da lutti, malattie e torture.
Noi fingiamo di non sentire l'urlo di disperazione che in molte parti del globo esala con la vita di molti innocenti.
Siamo tranquilli noi, che dopo l'orrendo conflitto negli anni 40 del secolo scorso, siamo vissuti in pace e nel benessere per oltre sessant'anni.
Anche il nostro benessere, però, non è stato conquistato solo con il nostro lavoro, ma è anche frutto dello sfruttamento delle risorse del terzo mondo ed è anche frutto della vendita di armi (e l'Italia è uno dei massimi produttori mondiali).
La vendita di armi per il nostro paese è stata per decenni un'attivissima voce del nostro P.I.L. poi, che decine di migliaia di bambini, di pastori, di contadini, di donne nei paesi in conflitto del terzo mondo, abbiano perso gli arti o la vita non ci toglie il sonno.
In altre terre del Mediterraneo, si è scatenato, in queste ultime, ore l'ennesima guerra, in poche ore, i morti si contano già a centinaia e in massima parte le vittime sono dei civili.

Non è chiaro fra le due parti belligeranti, dove sia la ragione; sicuro è che tutti due i paesi hanno torto.
Tutto questo sangue genererà odio e vendetta e altro sangue innocente scorrerà a fiumi.
Dobbiamo continuare ad assistere distratti a questa carneficina, oppure un'opportuna e forte azione diplomatica unita a degli aiuti umanitari, potrebbe portare il buonsenso fra quella gente.
La grande Europa non ha abbastanza forza per intervenire diplomaticamente ed economicamente in maniera unitaria per trovare delle soluzioni?

Un'Europa che si limita solo a leggiferare sulla curvatura delle banane o sul diametro dei piselli, non è quella la mia Europa.

Nessun commento: