28/01/09

nel bosco a primavera


Nelle maggior parte delle abitazioni delle Alpi Venete, fino agli anni sessanta ed oltre, il combustibile utilizzato per il riscaldamento e per cucinare, era costituito dalla legna.
L'approvigionamento della legna, cominciava a primavera, quando, generalmente dopo Pasqua, la neve si scioglieva e consentiva il ritorno nei boschi .
Alla fine dell'inverno, nei boschi di larice, nei terreni di proprietà del Comune, cominciava la raccolta de rami secchi caduti sotto il peso della neve o dalle torsioni dovute al vento marzolino.






Quasi tutti coloro che passavano per i boschi, portavano la roncola, qualche spezzone di filo di ferro ed una corda; si raccoglievano i rami secchi che venivano legati in fascine, poi al ritorno si portavano a casa, " ram da vent" erano chiamati.


In quel periodo i boschi erano incantatevoli, fra le chiazze di neve che resistevano nelle zone in ombra , si vedevano le impronte degli abitanti del bosco, lepri, volpi, gatti selvatici, uccelli,





Nei siti più soleggiati si intravvedevano le prime macchie di colore, dal bianco dei bucanevi al giallo intenso delle primule, poi il viola delle pervinche, il verde pisello dell'eleboro e il rosa delle chiazze di erica.





Tipico di quel periodo il rumore cupo del vento, un mormorio pesante che si sente prima distante , poi le prime raffiche che curvano i larici e gli abeti fra gli schiocchi dei rami secchi che si spezzano e cadono e il caratteristico cigolio delle piante che sfregano fra di loro; un ricordo vivido che conservo di quei momenti è il senso di euforia che si prova quando le raffiche sono forti.
Poi il vento primaverile trascina con se il profumo della resina assieme al profumo della terra che dopo il gelo intenso, comincia a vivere e si ha il senso della vita che continua.

15 commenti:

Anna ha detto...

Grazie per questo post che parla una lingua che conosco. Le fascine si fanno ancora da noi, io le faccio, quando posso. Le chiamiamo frasche. Aspetto i primi fiori, anche se i ciclamini sono qui già dall'autunno, e non sono mai andati via. Il vento che soffia forte e sposta la neve, e sembra che nevichi, anche se il cielo è blu ed il sole picchia. La vita che continua, sì, proprio così.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Sei incredibile dovresti scrivere un libro con tutti questi aneddoti e questi ricordi.

Intanto mentre valuti quell'eventualità io e molti altri abbiamo la fortuna di leggerti da queste pagine virtuali colme di meraviglia e di vita.

Grazie Sileno
Daniele

Anonimo ha detto...

Non sento l'odore, ma il rumore sì. Quello della neve che scricchiola, che assomiglia un poco al sale grosso, ma più trasparente, perché oramai è lì lì per sciogliersi, ed è mista ad acqua...la neve a grani la chiamavo da piccola...e poi anche il rumore dell'acqua che pian piano scivola a valle sotto la neve...
Qui in Provenza io continuo ad andare a legna, visto che ad andare a funghi non riesco perché non conosco "i posti" e nessuno mi vende la dritta...poi la legna la brucio nella mia Godin di ghisa che riscalda più di 2/3 della casa. 5 anni fa in casa ci ho messo il riscaldamento a gasolio...per pigrizia, perché la mattina a volte non avevo voglia di rilanciare la stufa...ma lo uso poco, meno della stufa, in ogni caso...perché il calore che dà il legno è, come dire, più avvolgente, più penetrante...E poi mi piace così...

Anonimo ha detto...

descrizioni poetiche..
Che bell'immagine quella dei "rami del vento" e l'appellativo ricorda quei nomi dei pellerossa..
Il vento e la sua voce hanno un fascino particolare!!
..e condivido Chiara: il
"..perché il calore che dà il legno è, come dire, più avvolgente, più penetrante...", soprattutto il legno che arde in un camino...
Un abbraccio
Stefi

riri ha detto...

Caro Sileno, tu m'incanti con i tuoi racconti così ben fotografati, sembra di stare lì..poi come tu descrivi il bosco ( io mi sento un elfo ) è semplicemente divino.
Un abbraccio e grazie.

Alessandra ha detto...

rimango incantata dalle impronte degli animali ... da piccoli cercavamo anche noi tracce nei boschi vicino a casa ...
Ora il cemento ci stritola.

un abbraccio

Ale :)

Anonimo ha detto...

Il tuo scritto è davvero incantevole, le tue fotografie poetiche. Grazie, ne abbiamo bisogno

marina ha detto...

sei un poeta, Sileno, che si serve delle parole e delle immagini e dell'intero suo essere
ti sono grata, marina

marol om salvarech ha detto...

briciole di vita passata, legate alla nostra infanzia,altri ritmi,altre emozioni; certo tante fatiche, ma grande serenità.
ora tutto è più semplice,tutto è più tecnologico e per questo tutto è più freddo.
Eppure è proprio passeggiando nei boschi che ritrovo me stesso.

M.Cristina ha detto...

BELLISSIMO!!!! Non so come ma mi ha preso per mano e mi ha fatto provare emozioni legate alla mia infanzia, a dei racconti con disegni che leggevo e nei quali lasciavo volare la mia fantasia di bimba cittadina.
Bellissima la definizione " la legna del vento" ed anche io ho ascoltato il rumore degli alberi, ed è bellissimo.
Ancora una volta grazie di questa meravigliosa passeggiata.
Di

Paola ha detto...

Ciao Sileno grazie per avermi trasmesso un senso di benessere leggendo queste parole dolci e colme di ricordi.....
Pensa che sono riuscita perfino a sentirne il profumo...bello veramente...
Le foto stupende...Bravo!!!
Dolce notte bacione

Anonimo ha detto...

Sileno, belli questi ricordi ma non parlare al passato di queste cose perche', almeno dalle nostre parti, anche se non con la frequenza di un tempo, questo "vivere" e' ancora presente. Del resto le foto che hai messo non sono di un tempo, sono foto attuali. La differenza sta solamente nel fermarsi a guardare.
Un caro saluto
Dona

desaparecida ha detto...

sileno,ma davvero ogni volta che entro qua cambio dimensione...
lascio la mia terra i miei luoghi familiari e poi mi eclisso tra posti (fatti di parole e immagini)per me vicino solo attraverso la fantasia.
o attraverso te.

grazie un abbraccio :)

Alessandra ha detto...

ricambio con affetto il tuo saluto da me. Sorrido!

un abbraccio e buon fine settimana Sileno!

Ale

Angela ha detto...

Le parole umane sono niente di fronte al linguaggio del vento, degli alberi, della legna che arde...che grazia che hai ricevuto dalla vita, dolce Sileno, mentre noi rinsecchiamo in questo silenzio cittadino che è assenza di vita!