25/07/09

Uomini e alberi


Trovare inaspettatamente in libreria il nuovo libro di un amico è motivo di grande soddisfazione, quando poi nel libro si narra anche di episodi che mi toccano da molto vicino, la soddisfazione è ancora più grande; metti poi che il libro tratti di uomini ed alberi, argomento che per un montanaro è la vita quotidiana, l' appagamento raggiunge l'apice.
Il titolo del libro è: "Uomini e alberi" e, nella presentazione, l'autore scrive: " Gli alberi sono presenze vive, segni - spesso antichi - di storie e di memorie".
L'autore è Toni Sirena, giornalista e scrittore, nato in una famiglia di Partigiani, il padre Aldo gestiva l'Agenzia Einaudi e la madre Tina Merlin era la corrispondente de "l'Unità", nota per la sua denuncia relativa al pericolo rappresentato dalla diga del Vajont; le sue deduzioni si rivelarono poi drammaticamente vere.

Il libro fa parte della collana " Percorsi della memoria", Edizioni CIERRE.

Dal capitolo: "Il castagno cannibale", alcuni passaggi:

...questo evento straordinario che si è materializzato sopra una radura di Sitran d'Alpago giusto sull' orlo di un burrone.
Chissà come, un castagno s'è mangiato una bicicletta. La bici è un ferrovecchio, l'albero ha 80 anni. Sono cresciuti insieme, hanno condiviso tempi belli e tempi brutti, giovinezza e maturità, nuvole e cieli azzurri, nevi e siccità.
La bicicletta si è fatta ramo e tronco, l'albero ha avviluppato il ferrame.

(foto di Gian Paolo Perona, tratta dal libro)



...si danno nel paese le seguenti ipotesi. O forse storie.
Storia numero 1.
Il povero soldato andò alla guerra, lasciò la sua bicicletta appoggiata e non tornò più.
Cadde forse ignoto. Il bosco lo pianse e si curò della sua bicicletta, abbracciandosela.
A perenne memoria, è un monumento al milite ignoto.
Storia numero 2.
C'era una volta un contadino che amava le biciclette. Comprarsene una era il suo sogno.
Risparmia e risparmia , riuscì a mettere insieme un gruzzolo e si comprò felice una bicicletta nuova fiammante.
Ci teneva cos' tanto, che non la usava, per non sporcarla, rovinarla. Non la usò mai in tutta la sua vita, ogni tanto usciva di casa a rimirarsela.
Poi morì.
La bicicletta restò lì, lui non aveva eredi, un albero se la prese.
Morale della favola: il contadino conosceva il valore d'uso, ma non il valore di scambio.
Sarebbe come il Pljushkin delle "Anime morte" di Gogol.
Storia numero 3.
Fu solo uno scherzo. Qualcuno prese la bicicletta a un amico e la nascose. Tutto qui. se ne sarà poi dimenticato. O l'aveva nascosta così bene che neanche lui riuscì a ritrovarla. La vittima dello scherzo si sarà disperata assai.
A rigor di logica, nessuna di queste storie è vera.
Non poteva essere né un soldato né un contadino né un burlone.
Perché quella è una bicicletta da donna e non si sono mai visti, ottanta anni fa ( l'età dell'albero quindi anche della bicicletta), soldati e contadini andare in giro con una bicicletta da donna.
Non era un povero soldato, ma una povera donna. Diciamo di più.
Quella donna non era povera, aveva i soldi per comprarsi una cosa all'epoca preziosa...

... qualcuno con la bicicletta è arrivato fin qui, dietro il cimitero di Sitran, sull'orlo del burrone dove vien su una bava dal lago di Santa Croce che d'inverno te la raccomando.
Qui si che puoi diventare una statua di ghiaccio...


(foto di Gian Paolo Perona, tratta dal libro)


Dicono che nelle notti di luna piena si senta laggiù nel bosco dietro il cimitero un cigolio: è l'albero che pedala.



18 commenti:

amatamari© ha detto...

Va bene, lunedì vado a cercare il libro e mi leggo tutte le storie.
:-)

Lucignolo ha detto...

Quante riflessioni fluttuano leggendo questo racconto e guardando la foto.

Ne lascio uno.

Anche questo albero ci racconta di non legarci agli oggetti, alle cose, al senso di possesso,
crescendo cambieremo,
solo a volte maturiamo,
quelle stesse cose possedute tenacemente,
ci saranno d'impaccio, ci abbruttiranno,
e chi si accosterà alla nostra esistenza
sarà solo curioso per quel fardello
di inutile vetustà che portiamo.

Chi mai più si accosterà a questa pianta per scrutare un raggio di sole fra la chioma di verdi foglie ?

Eclatante ed inutile, come molte delle cose della natura a cui si accosta l'uomo, scordando...

Ciao Sileno !

riri ha detto...

Ciao Sileno, buon inizio settimana.
Libro interessante..amo molto gli alberi:-)
Un caro saluto.

Passare qui è sempre un piacere, anche vedere subito il cagnolino in alto:-)

Stefi ha detto...

mio caro Sileno,
accattivante questa storia!
Le foto mi fanno pensare come la Natura abbia sempre il predominio!
Un abbraccio e felice settimana.

rom ha detto...

In via prudenziale devo osare imprudentemente: guarda che il tuo cane, che rivedo in primo blog, non se lo è mangiato nessun albero!
Da incubi, quell'albero con la bici!

luposelvatico ha detto...

Bella davvero questa storia dell'albero mangiabici! di solito sono i laghi ed i mari ad esser così voraci...peraltro è un'ottima alternativa a catena&lucchetto:-))))

Anonimo ha detto...

straordinaria storia, sil...grazie...voglio saperne di più...

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Scrive benissimo! Soave e poetico, toni lievi e malinconici. Davvero bravo.

Alessandra ha detto...

ciao Sileno! ...cerco anch'io il libro ... farò così! buona settimana!
Ale

marina ha detto...

meraviglia di post!
grazie
e grazie per il primo piano del cane!
marina

Angela ha detto...

Mio Dio che emozione!

Barbara ha detto...

Grazie non solo per questo racconto ma anche per le riflessioni che i tuoi post generano.
E grazie pure a Marina che m'ha permesso di scoprirti.
Barbara

Arnicamontana ha detto...

ciao Sileno, approdo qui in seguito ad un commento di Rom da me...Prendo nota del libro, ti esprimo la mia istintiva simpatia per il tuo cane e sì, ammetto che la foto della bici integrata all'albero, seppure ciò sia avvenuto naturalmente, mi inquieta parecchio. Però che affascinanti le leggende legate ad esso! Un saluto, Arnica

Paola ha detto...

Un libro interessante... scritto in modo fluido ma soprattutto riflessivo...
La storia dell'albero è fantastica!!!
Complimenti all'autore e grazie a te Sileno per averlo postato...
Dolce notte un abbraccio e bacioni

Pupottina ha detto...

molto interessante!!!

Artemisia ha detto...

Ciao Sileno! Ah, il figlio di Tina Merlin. Ho visto da poco la puntata di La Storia siamo noi sul Vajont.
Deve essere bello questo libro.
Sono contenta che sia tornata l'immagine del tuo amato Brick.

Susy ha detto...

Sono stata oggi a Sitran, e ho visto questo albero mangia bici.
Molto suggestivo e particolare. Sono stata lì accompagnata da un amico che conosceva il posto e l'albero, e che ha visto il progressivo deteriorarsi della bici stessa..da quando era ancora completa di sella, pedali,ruota e persino retina paragonne...ed è stato bello sentirlo raccontare...fino ad oggi...
Consiglio a chi è di queste zone, di farci un salto, per una passeggiata un pò diversa...