07/09/09

sere d'estate







Quando ero ragazzo, mi piacevano le fresche sere estive, seduto su una panca assieme ad un paio di amici, accanto ad un anziano combattente della prima guerra mondiale.

Questo signore era una miniera di informazioni, anche, se forse, a scuola non era andato oltre la seconda elementare, era nato nel 1878.

Passavamo molte sere in sua compagnia e mentre il crepuscolo cedeva alle ombre della notte, con voce pacata ci raccontava sempre qualcosa di interessante, ma molto di frequente si stava anche in silenzio.

Di fronte a noi si stagliavano i profili delle montagne, spesso illuminati da bagliori e quando gli chiedevo come mai ci fossero dei lampi nel cielo stellato e non si sentissero i tuoni, mi rispondeva che quelli erano gli "starluk" del bel tempo, solo anni dopo, ho capito che erano i lampi di violenti temporali estivi che si scaricavano sulla laguna veneta, oltre le montagne a un centinaio di kilometri di distanza.

In quelle sere si avvertiva un forte calore umano nel villaggio buio e silenzioso, il buio era rotto da una modesta lampada da venticinque candele, attorno alla quale volavano le nottole a caccia d'insetti, tale lampada era posta all'angolo di un'abitazione, disponeva di un l'interruttore di ceramica per accendere la sera e spegnere la mattina, onde risparmiare corrente elettrica e quella era tutta l'illuminazione pubblica in quella parte del villaggio; il buio era rotto anche dal bagliore dei lampi lontani e dal lampeggiare delle lucciole nel prato dove era stata tagliata l'erba e la sera era intrisa del profumo intenso del fieno fresco, un profumo che ormai raramente capita di godere ed il silenzio era spezzato, ogni tanto, dallo schiocco caratteristico del chiavistello di qualche porta che si apriva cigolando,
poi da qualche donna che alzava la voce rimbrottando il suo vecchio, dagli scoppi di risa di bambini lontani, che ancora giocavano e , a volte, dal muggito di qualche vacca; più raramente il canto del gufo, un po' lugubre.

Questo signore era un fedele lettore della "Domenica del Corriere" e ci raccontava il mondo visto dal giornale.

Si dichiarava non credente e questo in un paese di montagna era una grave pecca, ma lui sosteneva che dio non esiste e che il mondo era governato dai vénti, erano i venti, sosteneva, che regolavano il clima della terra, portando la pioggia, o la siccità, oppure l'abbondanza e quelle allora, io intriso di religione, le credevo delle eresie, poi con il passare degli anni, mi sono dovuto anche ricredere.

A volte parlava di politica asserendo che: "un buon socialismo ci vuole"; non vedeva di buon occhio i socialdemocratici di Saragat che lui chiamava " i socialisti del papa", ma il nemico per lui era la Democrazia Cristiana da lui nominata "Democràssia cristiana".

Altre volte, ma molto raramente rispetto ad altri reduci della prima guerra mondiale, ci narrava qualche episodio della vita di soldato nella Grande Guerra, da lui combattuta sulle montagne e quando era già alla soglia dei quarant'anni.

In guerra venne ferito e ricoverato all'ospedale, l'unica occasione in cui rimase a letto alcuni giorni, poi per altri cinquant'anni non conobbe un solo giorno di malessere.

Alla fine degli anni sessanta, quando io già conoscevo la vita dell'emigrante, durante una visita in paese, passai a salutarlo e lo trovai a letto, lucido come sempre, ma a letto e ci rimase per tre giorni, poi l'oblio alla soglia dei novant'anni.

Ricordo sempre con nostalgia quella panca e sento ancora quelle voci sussurrate, ma ormai, solo nei ricordi.

14 commenti:

Artemisia ha detto...

Averne di questi vecchi saggi!
Che bella atmosfera ci hai creato! Certo la luna di questi giorni inspira, vero?

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Difficile commentare queste emozioni così uniche. Le devo respirare, riassaporare. Sono ricordi di vita che insegnano come forse per certe cose si dovrebbe tornare al passato per avere un futuro.

lodolite ha detto...

l'odore dell'erba tagliata e del fieno fresco è un ricordo vivissimo!
grazie per questo racconto. s.

Lara ha detto...

Caro Sileno, forse te l'ho già scritto, ma quello che ho nel cuore lo dico anche se è ripetuto:
Tu ci fai dei doni meravigliosi; i tuoi ricordi ci fanno vivere in altri tempi, in altre zone di questo paese, ci riempi di emozioni che difficlmente proveremmo ancora.
Come fare a non essertene grati?
Un caro abbraccio,
Lara

Stefi ha detto...

Mio caro Sileno,
poetico e storico al contempo come sempre.
Un bel regalo che rievoca i ricordi, raccontati da mia madre, di un nonno classe '99 che sfortunatamente non ho mai avuto la fortuna di conoscere.
Con gratitudine ti abbraccio.
Stefi

desaparecida ha detto...

ricordi così lontani da quella che è la mia vita da sembrarmi quasi come se fossero delle favole.

grazie un abbraccio della buonanotte

riri ha detto...

..altri tempi, quando la vita somigliava un pò di più ad una favola....
grazie

Alessandra ha detto...

i tuoi ricordi sono meravigliosi ...perchè, a mio parere, vi è di fondo una sensibilità e un assaporar la vita decisamente positivi. Un abbraccio.
Ale

amatamari© ha detto...

Grande Sileno nelle parole e nelle immagini: entrambe le fotografie sono bellissime, pur così diverse.
Grazie.

Paola ha detto...

Ricordi di vita vissuta... straordinarie emozioni che rievocano la fanciullezza... la purezza dei tempi andati...
Mi hai fatto vivere un momento di serenità... grazie per queste perle di saggezza
Ciao Sileno dolce notte... un abbraccio

rodocrosite ha detto...

Che bello stare in compagnia di qualcuno senza dover per forza parlare. Non succede spesso: il silenzio è imbarazzante.

marina ha detto...

Vorrei sedermi su quella panca a silenziare vicino a te, in amicizia e apprendimento
marina

Dona ha detto...

:-)

marol om salvarech ha detto...

ciao
solo oggi ho letto con profondo coinvolgimento questo post...ho rivissuto atmosfere di gioventù,...ho ripercorso con la mente quei periodi....hai grande capacità di far rivivere quelle atmosfere.....rimane una curiosità, non sono riuscito ad inquadrare chi fosse l'anziano di cui parli...... quando ci troviamo me lo ricorderai.
ciao