03/09/09

ricordo del Toni B.


Girava per il paese quasi sempre sbraitando contro i monelli che lo facevano arrabbiare urlando BUUUMM.
Era un personaggio caratteristico, credo fosse nato tra la fine dell'800 e i primi del 900, si dichiarava comunista in un paese dove la DC aveva percentuali bulgare, nella sua povera casa in un quadro teneva l'epigrafe di Giuseppe Stalin morto una decina di anni prima inoltre era molto orgoglioso di un paio di libri molto vecchi, probabilmente del 700 che erano scritti con la effe per esse come diceva lui.
Si chiamava Toni e dichiarava di essere lui l'inventore della bomba atonica come la chiamava e per questo motivo noi ragazzacci urlavamo bum quando lo intravedevamo.
Era molto suggestionabile e con una certa cattiveria tutti lo facevano arrabbiare, era sufficiente che una persona di cui lui aveva fiducia intavolasse qualche argomento strano per infiammarlo e qualche altro poi contestava le sue argomentazioni, perché perdesse le staffe e incominciasse ad urlare.
Oggi il comportamento tenuto da tutti nei suoi confronti non sarebbe assolutamente accettabile, ma cinquant'anni fa nessuno pensava di fargli del male facendolo arrabbiare.
Toni era molto attento alle innovazioni tecnologiche e ispirato da qualcuno, una volta decise di inventare il paracadute, salì con un grosso ombrello sul tetto di una chiesetta, il problema sorse, raccontano, quando gli mancò il coraggio di saltare da un'altezza di tre/quattro metri, ma titubante arretrò e purtroppo scivolò oltre l'orlo, forse saltando l'ombrello avrebbe un po' ammortizzato la caduta, ma scivolando lungo il muro rimase impigliato a mezz'aria in uno spuntone sporgente, poi la caduta rovinosa dopo lo strappo del vestito impigliato, con grande sollazzo di coloro che assistevano all'invenzione del paracadute.
Durante la guerra andò a lavorare per i tedeschi con l'organizzazione Todt come erano costretti a fare tutti gli uomini che non erano in guerra, tutti sapevano che il Toni era antifascista e qualche imbecille, mentre si arrampicavano sulla montagna dove scavavano delle gallerie, pensò bene di attaccargli un gagliardetto fascista sulla cassetta di dinamite che portava sulle spalle, quando si accorse del simbolo fascista, perse la testa e scagliò la cassetta lontano, per sua fortuna anche i tedeschi lo conoscevano e ridevano di lui e si limitarono a prenderlo a calcioni finché recuperò la cassa.
Ci sarebbe da riempire un volume di duemila pagine con le sue avventure inesauribili, ma mi limiterò a raccontare ancora due aneddoti.
Venne un tempo che si interessò delle proprietà curative delle erbe, però si infuriava se qualcuno gli diceva che era botanico, perché sosteneva che il botanico costruiva le botti, mentre un intenditore di erbe era un erbivoro.
Capitò che una sera mentre era all'osteria, entrò nel locale un "moleta" ( termine col quale si definiva un arrotino ambulante), il moleta ed il Toni cominciarono a conversare e Toni, che in quel periodo era interessato alle erbe, sciorinò tutto il suo sapere, mentre il moleta ascoltava con grande interesse e ad un certo punto della conversazione l'arrotino guardando il Toni con rispetto gli disse" ma allora voi siete un botanico!"
All'esplosione d'ira del Toni il poveretto guadagnò velocemente l'uscita terrorizzato, lui non sapeva la differenza tra botanico ed erbivoro inoltre non sapeva nemmeno che la persona che aveva di fronte era assolutamente innocua.
Per finire, negli anni sessanta edificarono un ospedale nella vicina cittadina e il nostro amico era diventato un cliente, un po' per i malanni dell'età, un po' perché un primario si divertiva con lui e un po' perché all'ospedale rimediava qualche attenzione; in quelli anni cominciarono a circolare le prime radio a transistor e lui era stato uno dei primi ad acquistarne una e girava per il paese con questa voluminosa radio.
Un giorno che non si sentiva troppo bene in salute, andò al posto telefonico pubblico e chiamò un'ambulanza per farsi ricoverare all'ospedale, solo che quando giunse all'ospedale si accorse di essersi dimenticato la radio a casa, fu così che si autodimise,con la corriera, (così si chiamava l'autobus a quei tempi), tornò a casa, recuperò la radio e con la corriera tornò all'ospedale per il ricovero d'urgenza.
A distanza di tanti anni, Toni è sempre ben presente nei miei ricordi, ( molto numerosi a suo riguardo), anch'io qualche volta gli ho mancato di rispetto,e ora me ne dolgo, ma ora ho una sensibilità diversa, spero che se il suo spirito vaga da qualche parte, non me ne abbia e si faccia un sorriso per questi miei ricordi.

10 commenti:

Angela ha detto...

una ricordo che lo nobilita e gli restituisce la bellezza!

amatamari© ha detto...

Sono certa che Toni B. ti è grato!

Stefi ha detto...

Nella nostra vita, nella nostra infanzia, credo in molti si sia incontrato un Toni B. e abbiamo saputo e potuto comprenderlo e rispettarlo solo con una certa maturità.
Gli hai reso la dignità che merita!
Un abbraccio.

riri ha detto...

E' vero, da piccoli spesso si è un pò crudeli, senza capirne veramente il significato, per fortuna si cresce.
Bellissimo ricordo, magari è lì da qualche parte che sorride.
Buona giornata

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Quanto romanticismo in questo ricordo. Non posso che rileggerlo e con rispettoso silenzio respirare un soffio di commozione.

marina ha detto...

sono sicura che l'anima candida di Toni ti comprende e non ti porta rancore
questo tuo ricordo compensa gli errori dell'età della sventatezza
un pensiero affettuoso marina

Alessandra ha detto...

^___^

sai raccontare con dolcezza ...grazie.

Ale

rosellina ha detto...

Caro Sileno, se di ricordi ne hai così tanti deve essere perché fin da bambino la sensibilità non ti era estranea. Nelle tue descrizioni ci leggo tanta cura di allora che forse chiami dispetti perchè oggi, da adulto, non andresti mai in giro a fare BUUUM alla gente, ma in quel tempo era anche un modo per provocare una presenza che se fatto da bambini non porta mai a male. Grazie per aver voluto condividere questi ricordi con noi.

Tereza ha detto...

Erano piccole crudeltà quelle rivolte a Toni da una comunità che comunque lo teneva in conto, così come accadeva tanti anni fa e come non è più...
Le chiamo piccole crudeltà perchè appartenevano ad un mondo ancora bambino dove gli adulti continuavano da grandi a praticare gli scherzi dell'infanzia, in qualche modo una crudeltà a misura d'uomo-bambino.
Ma alla crudeltà di oggi, intrisa di razzismo, quale attenuante potremmo mai trovare?

Tereza ha detto...

sai che anch'io ho un ricordo simile a questo nella mia infanzia?
pensa che l'ho messo in bozza come futuro post!