31/03/09

anemoni




A sinistra Anemone vulgaris o Erba trinità a destra Anemone nemorosa


L' Anemone appartiene alla famiglia delle ranuncolacee e anemone significa "Fiore del vento", è una pianta erbacea con le foglie sparse, come tutte le ranuncolacee è una pianta velenosa .
E' una delle prime piante a fiorire alla fine dell'inverno, fiorisce da febbraio ad aprile e anche più tardi ad altitudini più elevate
Cresce in ambienti umidi su terreno calcareo, fino a un'altezza di circa 1.000 m.slm,
eccezionalmente arriva oltre i 2.000 m .
I fiori sono di color e azzurro- violaceo.
E' conosciuto anche col nome di Erba trinità
Anemone vulgaris o Erba trinità

Anemone nemorosa o Anemone bianco oppure Silvia

Frequentemente assieme all Anemone vulgaris, fiorisce anche l' "Anemone nemorosa" o "Anemone bianco", oppure "Silvia" sempre della famiglia delle ranuncolacee , i fiori sono bianchi tra le prime a fiorire nel tardo inverno, quando piove e la sera si inclina verso terra con i petali che si racchiudono per proteggere gli stami e i pistilli.

Anemone nemorosa chiuso dopo la pioggia
Per la mitologia greca Anemone era la sposa di Zefiro (vento caldo dell'ovest), che spirando favoriva la nascita dei fiori.

Alla stessa famiglia delle ranuncolacee appartiene pure il giallo "Anemone ranuncoloides" o
"Anemone dei boschi"




Anemone giallo o anemone dei boschi

Fiorisce da marzo a giugno nei boschi ombrosi e lungo le rive dei torrenti, fra i 100 e i 1.500 m. slm;
diffuso nel nord Italia e sull' Appennino centro-settentrionale.
E' una pianta tossica, nella Siberia orientale il succo ricavato da questa pianta, era utilizzato per avvelenare le frecce dalle tribù locali.


28/03/09

Dolomiti la Tofana di Rozes

La Tofana di Rozes è la mia montagna preferita,
alta m.3225 slm, situata nel comune di Cortina d'Ampezzo in provincia di Belluno.
Nella foto la Tofana vista dal monte Nuvolau mentre si preannunciava una forte perturbazione con temporale e poi bufera di neve, in basso a destra le "Cinque Torri", a sinistra della Tofana il "Castelletto"


Nella foto: Le Tofane viste dal rifugio Lagazuoi, a destra la "Tofana di Rozes" o "Tofana de Fora" m. 3.225, al centro la "Tofana Seconda" o "Tofana di Mezzo" che è la più alta con i suoi 3.244 m. , mentre a sinistra si staglia la "Tofana de Inze" alta m. 3.238 slm.
In primo piano sulla destra si vede "Il Castelletto" m.2.656.

La vetta della Tofana di Rozes venne raggiunta la prima volta il
29 agosto 1864 da Santo Siorpaes e Angelo Dimai due valenti guide ampezzane, mentre la Tofana di Mezzo fu la prima ad essere scalata dall'austriaco Paul Grohmann assieme al cortinese Francesco Lacedelli esattamente un anno prima il 29 agosto 1863; il 27 agosto 1865 fu la volta della Tofana de Inze salita da Paul Grohmann e Angelo Dimai.


La Tofana vista da sudest in prossimità di Pocol, al centro si erge Punta Marietta, la forcella che si vede è la forcella Fontananegra.

Le Tofane furono teatro di furiosi combattimenti dal maggio 1915, fino al novembre 1917.
Il 20 luglio 1915 a Forcella Fontananegra il generale Antonio Cantore morì colpito da una pallottola in piena fronte, mentre scrutava le linee nemiche; ma correva voce che fosse stato colpito da una pallottola italiana, causa la sua durezza nei confronti dei soldati, la verità però, non venne mai accertata.


Il berretto portato dal generale Cantore, al centro il foro della pallottola.

Drammatici furono gli avvenimenti sul Castelletto; il Castelletto così chiamato per la forma che ricorda un castello, mentre dagli austriaci era chiamato "Shereckenstein", osssia "Sasso del Terrore", è situato ad ovest della Tofana di Rozes, tenuto saldamente in mano dalle truppe austriache, era una spina nel fianco per gli italiani, perché era praticamente imprendibile, nonostante gli innumerevoli attacchi costati la vita di numerosissimi alpini.
In primo piano il " Castelletto" o " Sasso del Terrore" m. 2.656 slm



Vista l'impossibilità della conquista da parte italiana, si decise di minare il Castelletto, venne scavata nella roccia una galleria lunga 500 metri, ( ancora attualmente percorribile), e dopo circa 5 mesi di scavi, si introdussero 35 tonnellate di gelatina e l'undici luglio 1916 alle 3,30 del mattino, l'esplosione !
Non è certa la presenza di Vittorio Emanuele III sul monte Nuvolau per assistere allo scoppio.


Vittorio Emanuele III e il generale Cadorna sul monte Nuvolau.

Da parte austriaca ci furono circa 150 morti a causa della mina, per due giorni non fu possibile salire sul Castelletto a causa dei gas dell' esplosione, che ancora ristagnavano, poi il 13 luglio gli alpini arrivarono sul cratere.

Il 13 luglio 1916 gli alpini giungono nel cratere della mina.

Per escursionisti molto allenati ed esperti, è possibile arrivare in vetta alla Tofana di Rozes percorrendo la via ferrata "Giovanni Lipella".
Si parte dall' imbocco della galleria della mina a quota 2.530, si percorrono i 500 metri della galleria, (indispensabile torcia elettrica), per uscire nel cratere del Castelletto, indi per cenge e salti di roccia, si giunge in località "Tre Dita" m. 2.680 slm.
Alle Tre Dita è possibile scendere al rifugio " Camillo Giussani"
m. 2.580 slm, oppure proseguire fino in vetta della Tofana a
m. 3.225 slm.

Dedico queste righe a tutti quei giovani di ambedue gli schieramenti, che 95 anni or sono fra sofferenze inenarrabili, immolarono la loro vita, magari senza nemmeno sapere perché.



25/03/09

Elleboro verde


Frequentando una lezione di botanica, ho scoperto che la mia conoscenza dei fiori di montagna è abbastanza vasta, ho così deciso di farmi una galleria di foto e di schede, comincio pubblicando uno dei primi fiori che si vedono per i boschi già sul finire dell'inverno, si tratta dell' Elleboro verde, conosciuto anche come Rosa di Natale.
Il suo nome botanico è: Elleborus Viridis, della famiglia delle Ranuncolacee
E' una pianta velenosissima ed è consigliato lavarsi le mani dopo averla toccata.
Fiorisce da gennaio ad aprile fino a 1.600 metri di quota nei prati e al margine dei boschi.
Secondo la mitologia greca, un pastore di nome Melampo, vedendo che le sue capre dopo aver brucato l'elleboro, si purgavano, decise di usarlo come medicamento e lo propinò alle figlie del re di Argo, colpite da pazzia, (credevano di essere state trasformate in vacche), le principesse guarirono e Melampo, per riconoscenza, ne ebbe una in moglie assieme a parte del regno di Argo.
Il poeta Orazio, consigliava di recarsi sull'isola di Antikyra per curare la pazzia; sull' isola l'elleboro cresce abbondantemente.
Nel bellunese la pianta è conosciuta col nome volgare di "Scaccia pidocchi", forse veniva usata per frizioni contro i parassiti, ( forse , come si dice in dialetto agordino: "pedo el tacon del bus", cioè: "peggio la toppa del buco"), attualmente non viene più usata in farmacia, in quanto pianta altamente tossica e pericolosissima.

23/03/09

destino


Destino del marinaio, sempre insoddisfatto, perché pensa che, sull'altra riva, sempre più lontano, debba trovarsi quello che cerca.

Bernard Moitessier

20/03/09

primavera


La vispa Teresa avea tra l'erbetta al volo sorpresa gentil farfalletta; e tutta giuliva stringendola viva gridava a distesa: L'ho presa! l'ho presa! A lei sospirando l'afflitta gridò: Vivendo, volando che male ti fo? Tu si, mi fai male, stringendomi l'ale; deh! lasciami! anch'io son figlia di Dio! Confusa pentita Teresa arrossì, dischiuse le dita: l'insetto fuggì.
di Luigi Sailer

Con l'augurio a tutti voi che la Primavera vi porti tanta serenità.

18/03/09

su un'aria greca


Non è già più mattina, e non è sera ancora.

Pure negli occhi nostri, si è spento un po' il brillio.

Ma la sera vermiglia assomiglia all'aurora.

E la notte, più tardi, ci porterà l'oblio.

Gérard de Nerval

traduzione di Vincenzo Errante

16/03/09

rocciatori

Passeggiando durante una calda giornata d'inizio primavera lungo il Piave, capita di vedere sulle rocce che si innalzano dal greto del fiume i rocciatori in allenamento.
Quando si è determinati, l'impossibile non esiste, allora si possono muovere cielo e terra - Yamamoto Tsunemoto
Un paese di pianura per quanto sia bello, non lo fu mai ai miei occhi. Ho bisogno di torrenti, di rocce, di pini selvatici, di boschi neri, di montagne, di cammini dirupati ardui da salire e da discendere, di precipizi d'intorno che mi infondano molta paura - Jean-Jacques Rosseau

Però per coloro che non amano fare tanta fatica per raggiungere la meta


Come ricompensa le Tre Cime di Lavaredo in un unico blocco di cioccolato del peso di 3.548 kg entrato ufficialmente nel "Guiness Word Record" a Limana Belluno.

13/03/09

poi arrivò la televisione


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Dopo i miei esperimenti per vedere la televisione con uno specchio posto vicino all'apparecchio radio, ma purtroppo senza risultati, anche in Italia era arrivata finalmente la televisione.
La mia prima volta che vidi la TV fu in un paese vicino dove ero andato a trovare dei parenti che mi avevano poi invitato a restare là per la notte, avevo circa 10 anni.
La sera dopo la cena. mi accompagnarono in un'osteria vicina dove si trovava il primo televisore della zona.
Ricordo che l'osteria era affollata di persone incantate a guardare la TV e anch'io rimasi ipnotizzato a guardare la scatola magica; era una trasmissione di fantascienza ed il protagonista era un alieno di nome Acktabar, è passato mezzo secolo, ma lo ricordo ancora.


Successivamente anche nel mio paese arrivarono i televisori nelle tre osterie del paese, allora alle cinque della sera, anziché correre nei prati, ci radunavamo nella sala del televisore in trepida attesa dell'inizio delle trasmissioni.
Dopo l'apertura con l'antenna che si stagliava fra le nuvole e la sigla con la maestosa musica di Rossini, appariva un quadro con immagine del Colosseo dagli studi di Roma. la Mole Antonelliana dagli studi di Torino e Il Duomo di Milano per gli studi di Milano, l'annunciatrice presentava la programmazione della giornata e finalmente le TV dei ragazzi.
Il personaggio più noto era Cino Tortorella nei panni di Zurlì mago del giovedì, poi si vedevano parecchi avvincenti telefilm, però qualche volta entrava in sala nei momenti di maggior suspense, il padrone dell'osteria che con la mano tesa e l'indice che indicava l'uscita con un perentorio: "Boce foraaa!" (Ragazzi fuori!), ci privava del finale.
Che delusione!
Grandissimo il successo dell'Isola del Tesoro e tutti avvinti dalle storie dei pirati, con il famoso coro che cantava:" Quindici uomini, quindici uomini sulla cassa del morto oh oooh...".
La domenica andava in onda "L'amico degli animali" con Angelo Lombardi, seguita dalle avventure di Tarzan.
La sera era consentito vedere la TV solo durante le tre serate del festival di Sanremo e in quell'occasione si vedeva anche Carosello, altrimenti precluso causa l'ora tarda
Il festival che forniva alle massaie molte ore di conversazione fin dai tempi della radio, con la televisione divenne un evento epocale e oltre alle canzoni, diventarono familiari anche i volti dei cantanti, poi i commenti: Hai visto come era vestita la Tonina T.?
e la pettinatura di Betty C. ecc. ecc.
Non ho mai visto "Lascia o radoppia" perché andava in onda il giovedì sera e la sera i bambini non potevano uscire, mentre gli adulti si dovevano alzare all'alba per accudire gli animali.
Solo il sabato sera mia madre mi accompagnava a vedere "Il musichiere" con Mario Riva nella sala dell'osteria piena di persone.

Del Musichiere ricordo tutti i personaggi più interessanti, fra i quali uno dei finalisti della trasmissione che divenne mio collega di lavoro e per molti anni continuò a raccontare di quella grande avventura.
Poi il benessere degli anni sessanta portò la televisione in tutte le case, determinando una rivoluzione inimmaginabile, le sere estive non si sentiva più il chiasso dei bambini che correvano per i prati, ma all'imbrunire tutti a casa a vedere la TV;
le donne dopocena non si incontravano più nel calduccio umido delle stalle per fare il "filò" overossia intrattenersi in gruppo per chiacchierare e lavorare a maglia nelle stalle dove il riscaldamento era ecologico a "calore animale" ed incominciarono nuovi bisogni come le brillantine, i dadi da brodo, i formaggini , i detersivi, poi le lavatrici, i frigoriferi, gli abiti su misura per arrivare alle auto sempre più grosse ed ingombranti, infine il tema centrale non era più uno sceneggiato, un documentario, un film, un evento sportivo, ma la pubblicità sempre più invadente, sempre più creatrice di bisogni superflui, dannosi, inutili, qualsiasi evento di cronaca anche di fatti drammatici viene spezzato per lasciar posto agli spot dove l'umanità è felice perché beve l'amaro X, le donne si concedono al macho solo se usa il deodorante K, i bambini crescono robusti, intelligenti e forti, ma devono mangiare il formaggino Z, magari fatto con gli scarti di formaggi scaduti e marci, intrisi di cose innominabili e tutto urlato a volume altissimo, perché il messaggio pubblicitario giunga anche al passante che transita nella piazza a 100 metri di distanza; poi per qualche minuto, fino alla prossima interruzione pubblicitaria, riprende la cronaca dell'evento drammatico, col giornalista di turno che immancabilmente chiede alla madre della ragazza barbaramente stuprata e uccisa: Signora cosa sta provando in questo momento?
Poi le trasmissioni di approfondimento che non approfondiscono nulla, perche c'è la solita manciata di politici, sempre gli stessi, intercambiabili, che ripetono settimana dopo settimana sempre gli stessi ritornelli, insultandosi tra di loro,
interrompendosi a vicenda, eludendo qualsiasi risposta e parlando del nulla.
Che squallore!

Con l'arrivo televisione un'epoca millenaria di civiltà contadina era finita col cambio dei modelli culturali e dei bisogni, così ci si inoltrava verso il ventunesimo secolo.













11/03/09

la radio (quando la televisione non c'era)

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Nel lontano 1954 a casa mia arrivò la radio, era una delle poche radio che esistevano nel villaggio, la marca era Minerva il design in perfetto stile anni 50, munita di quattro grosse manopole per la regolazione e, al centro del quadrante; "L'occhio magico", nome affascinante che prometteva visioni di mondi sconosciuti, invece era solo una valvola che permetteva di sintonizzare meglio la stazione trasmittente attraverso una finestrella a forma di occhio con la pupilla che si dilatava o si restringeva quando si centrava la stazione.
L' ingombrante apparecchio era, di solito, posto su una mensola
e per ripararlo dalla polvere, coperto da una fodera del tessuto usato per fare le tende, la copertura veniva tolta solo quando la radio veniva accesa.

La ricezione si diffondeva con le onde medie, durante la giornata si captavano solo i tre programmi della RAI: il programma nazionale che era il più importante, poi il secondo programma un po' più leggero, infine il terzo che non si ascoltava mai perché troppo culturale, poi popolarissima Radio Capodistria che nel primo pomeriggio trasmetteva le canzonette più in voga, addirittura dedicate ad amiche, parenti o fidanzati, ma si sussurrava che Radio Capodistria fosse da ascoltare a basso volume, perché in quanto radio comunista, ne era proibita l'audizione e se passavano i carabinieri, potevano esserci dei guai.

Col calar della notte aumentavano enormemente le stazioni che si potevano captare, principalmente Radio Praga che trasmetteva notiziari in lingua italiana, ma proibitissimi perché comunisti e la Radio vaticana che iniziava le trasmissioni sulle note del "Cristus vincit" e del saluto"Laudetur Jesus Christus".

Il momento magico della radio si aveva alla fine di gennaio con il "Festival di Sanremo" che era il momento epocale della canzonetta all'italiana e forniva argomento di conversazione per giorni e giorni alle donne del paese, poi se le canzoni trattavano di argomenti come:" La postina della Valgardena", " Vecchio scarpone", " Campanaro" o "La bella del Cadore", allora era il massimo, perché al centro di argomenti conosciuti da tutti.

Inutile dire che i motivetti venivano subito imparati e cantati come :" Son tutte belle le mamme del mondo" oppure "Vola colomba".

Di nascosto, perché mio padre non mi permetteva di toccare la radio, mi dilettavo ad ascoltare le trasmissioni ad onde corte allora il fascino di sentire "Romaradio radiotelefono marittimo" e si ascoltavano le comunicazioni fra i marinai in navigazione sui mari del mondo ed i familiari in Italia, anche se si udiva un solo interlocutore, però la fantasia, ascoltando queste voci lontane, permetteva di navigare con i marinai attraverso oceani sconosciuti.

In occasione delle festività natalizie, verso le sette di mattina, la RAI trasmetteva i saluti degli emigranti alle famiglie, allora la gioia di sentire alla radio una voce conosciuta di qualche parente che parlava dalle miniere di carbone del Belgio e la commozione della moglie dell'emigrante a udire dal vivo la voce del marito e poi girando per il paese, tutti che si complimentavano con lei per il grande onore ricevuto.

Il momento giornaliero di massimo ascolto era la sera alle 19,30 col notiziario Radiosera, che portava in casa le notizie dal mondo, frequentemente tragiche come la crisi di Suez, la rivolta in Ungheria o il naufragio dell'Andrea Doria, per non parlare della tragedia di Marcinelle nella quale morirono a mille metri di profondità in una miniera di carbone in Belgio 262 minatori dei quali 136 italiani.



Si ascoltavano dai giornalisti dei termini strani dei quali non si capiva il significato come: "caso Montesi", " il gabinetto del ministro", oppure il "forenofis" e mi ci vollero molti anni per scoprire che il "forenofis" era il " Foreign office".

Altro momento significativo, quando durante le solennità religiose il papa Pio XII impartiva la benedizione Urbi et orbi, e




se capivo chi erano gli orbi, il dubbio rimaneva per gli urbi e alla richiesta di chiarimenti, nessuno era in grado di darmi una spiegazione convincente, risolsi il dubbio a modo mio ritenendo chi gli urbi fossero i sordi, però mi pareva molto riduttivo il fatto che la solenne benedizione fosse dedicata solo ai sordi ed agli orbi e perché no al resto dei fedeli che erano la stragrande maggioranza?

Nell'occasione della benedizione papale, mia madre andava a radunare le vecchie devote che per l'occasione si inginocchiavano in cucina e ricordo che inginocchiandosi mostravano fino a mezza coscia le gosse calze di lana grezza lavorate ai ferri e con anelli di elastico per sostenerle alla coscia.

Quando il papa pronunciava il " benedicat vos" con la sua voce squillante, le vecchie si facevano il segno di croce più ampio possibile, perché quella era la benedizione del papa e valeva molto di più di quella del parroco.

Un giorno un prete mi regalò un piccolo opuscolo con dei disegni colorati e per la prima volta venni a conoscenza dell'esistenza in America della televisione.

Il disegno raffigurava un ragazzo davanti ad una radio anni 50 con uno specchio accanto, evidentemente il disegnatore non aveva mai visto un televisore, ma tanto bastò perché per molti pomeriggi, quando ero solo in casa, provassi a mettere lo specchio del bagno accanto alla radio per cercare di costruire una TV.

Una nuova epoca stava iniziando ed il mondo non sarebbe più stato lo stesso con l'era della televisione.


09/03/09

collevecchio



Incroci di vite, di speranze, di esperienze, di sentimenti per un progetto di un futuro più sereno nella splendida cornice del convento di sant'Andrea a Collevecchio.

Grazie Angela per il meraviglioso incontro che ci hai regalato e grazie a tutti gli

amici presenti in un posto magico che mette a nudo tutte le anime.

L'intrecciarsi di frammenti di vita portati da Ettore e Clotilde, Marina, le Stefania, le Elisa, Chiara, Marco, Daniele, Mimmo, Sandro, le Cinzia, Elena, Mario e via via tutte le decine di persone che con il loro carico di umanità ci hanno fatto capire di aspirare ad un mondo molto diverso da quello opprimente di oggi.

Occasione dell' incontro la presentazione del libro di Angela Altieri MacDonald "L'era della debolezza", presentato e curato da Ettore Masina.

Un libro di vita vissuta, un intreccio di gioie e di dolori, scritto con rara intensità umana e pubblicato per finanziare dei progetti di solidarietà in parti del mondo dove imperano la miseria e il dolore.

Grazie Angela.



05/03/09

8 marzo

Dedicato a tutte le donne, meravigliose creature




Quando mi passò accanto velocemente,
l'orlo della sua veste mi sfiorò.
Dall'isola sconosciuta d'un cuore
venne improvviso un respiro caldo di primavera...
(Rabindranath Tagore)

io dico che qualcuno si ricorderà di noi

(Saffo)

Dedicato a tutte le Donne, sotto tutti i cieli ed in particolare a quelle Donne che si trovano private della libertà dalla fame, del pensiero, degli affetti e di tutte quelle cose anche piccole, ma che rendono Liberi.

Ed inoltre a tutte le Donne che stanno attraversando qualche momento triste e di scoramento: La Primavera si sta affacciando per tutti!

01/03/09

libertà (omaggio a Paul Eluard)







Su tutte le pagine lette ,

su tutte le pagine bianche,

pietra sangue carta cenere,

io scrivo il tuo nome ...

...e per la forza di una parola

io ricomincio la mia vita,

sono nato per conoscerti,

per nominarti:

Libertà

(Paul Eluard)
LIBERTA': così preziosa per tutti gli Uomini e così perennemente in pericolo...